Storia del Makeup: La Nascita del Close-Up

Quando, nel corso del 1910, il cinema divenne più sofisticato, i registi iniziarono a ricercare

Quando, nel corso del 1910, il cinema divenne più sofisticato, i registi iniziarono a ricercare un trucco sempre più naturale, rifiutando i volti stilizzati dei film precedenti.

L’Evoluzione

In ogni caso erano ancora necessarie le tecniche teatrali per la caratterizzazione di un personaggio.

Indispensabili anche gli effetti speciali, non intesi come nell’epoca moderna, infatti consistevano nella realizzazione di rughe, effetti di malattia, applicazione di barbe e parrucche o quant’altro richiesto dallo scenario.

Il Casting

I registi iniziarono a selezionare gli attori sulla base del loro aspetto naturale.

Questa nuova necessità si presenta nel momento in cui la fotografia e delle inquadrature si evolvono e sviluppano attraversola nascita del close-up,

Il Close-up

Il close-up, il primo piano, permetteva allo spettatore di vedere la mimica facciale come mai prima d’ora. Sia a teatro che nel primo cinema muto, per le distanze e la bassa risoluzione delle camere, lo spettatore non vedeva il viso dell’attore nel dettaglio; perciò non era necessario un make-up accurato e preciso, ma ora dettagli di un viso primainvisibili dal palcoscenico, uscivano inesorabilmente allo scoperto.

Per cui se il trucco teatrale veniva usato per rafforzare i tratti del volto, l’obiettivo del make-up nel cinema era di nascondere le imperfezioni della pelle, chiaramente visibili e evidenziate dalla fotocamera.

Tranne nei casi in cui l’attore presentava una carnagione impeccabile, era necessario uniformare il tono della pelle senza però ricorrere ad un trucco alquanto consistente.

Significativa una frase tratta dal manuale di Dangerfield:

“Gli attori devono usare il make-up con un insolito grado di cura. Si dovrebbe davvero essere un ritrattista per ottenere l’effetto corretto”.

Intolerance

Molti sostengono che il regista D. W. Griffith sia l’introduttore del close up; infatti il film Intolerance (1916) sembra essere il primo film ricco di inquadrature ravvicinate ed è per questo motivo , insieme alla drammaticità della storia, che i volti sembravano avere un trucco più leggero.

La pellicola nasceva in risposta alle accuse di razzismo ricevute per Nascita di una nazione, in cui forme di violenza e intolleranza determinarono la rovina della società.

Si può notare come i volti carichi di espressività, mostrino pochissime ombreggiature.

Solo alcune inquadrature mostrano un occhio più intenso ed una bocca più accurata; forse perché la ragazza raffigurata non è vittima delle violenze, ma è lei a commettere un atto violento, interpreta infatti una donna divorata dall’invidia.

Nell’episodio babilonese del film, ambientato nel 509 a.C., il trucco ispirato al mondo classico è più evidente, per rappresentare la sensualità delle donne di quell’epoca.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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