La Dea della Bellezza
La dea della bellezza L’eterna giovinezza era il sogno egizio, legato a doppio nodo all’immortalità e
La dea della bellezza
L’eterna giovinezza era il sogno egizio, legato a doppio nodo all’immortalità e alla dea della bellezza. Infatti anche il passaggio nell’altro Regno era accompagnato da una fornitura di cosmetici e trucchi con tanto di sofisticati beauty case completi di specchi, unguenti, bastoncini per il make up, pinzette per le sopracciglia.
Religione e bellezza
Il prodotto cosmetico viene dapprima utilizzato in tempi remoti come fenomeno religioso, successivamente di uso comune collettivo. L’uso complesso della cosmesi egiziana era tangibile nei riti di imbalsamazione e iniziazione, nella decorazione di immagini come statuette votive.
La dea della bellezza
La dea preposta al trucco e di conseguenza alla bellezza egiziana sembra essere Seshat divinità raffigurata con immagine femminile. Sulla testa ha un fiore (forse rosetta) con due corna bovine rovesciate. Era venerata dagli scribi e dalla famiglia reale.
Il suo culto antichissimo parte dal 3150 a.C. al periodo tolemaico (323 a.C.-30 a.C.)
Seshat significa “Colei che scrive” ed è spesso associata a Thot (Dio lunare e della scrittura rappresentato talvolta come Ibis) per questo definita “signora della scrittura”
Precisazione
In quanto dea dei disegni e della grafia fu considerata come Dea del trucco, per il fatto che molte donne definite “seshet”, “scriba”, erano spesso delle truccatrici.
È la stessa dea che in alcune raffigurazioni a carattere religioso pone dei simboli (trucco) con il khol su alcuni animali sacri come la vacca sacra Hator.
Sebbene nei testi egizi NON sia mai definita come “dea del trucco” il legame con questa pratica non può essere messo in discussione.
È noto di come gli egiziani venerassero animali e piante poiché legate alla creazione e al ciclo ineluttabile di morte e resurrezione. Questo fa si che il gesto del trucco fosse tutt’altro che semplice abbellimento ma la logica conseguenza ad un corpo eterno.
Tra medicina e magia
Per questo la cosmesi era spesso legato alla medicina che diventa atto magico, tramandata fino ai nostri giorni grazie ai “papiri medici” ricchi di formule.
Ed ecco che per far crescere i capelli non basta cospargersi il capo di unguenti fatti di vertebre di uccelli e oppio macerato in alcol (laudano) ma c’era la necessita di salmodiare formule appoggiando una mano su un nibbio e l’altra su una rondine.
Fonti: per chi volesse approfondire Eterno Femminino Bellezza e seduzione nella terra dei Faraoni di Ilaria Monfardini Ed. Ananke 2010