La maschera greca
La maschera greca: origine L’origine della maschera greca è incerta. Molto probabilmente le prime maschere avevano
La maschera greca: origine
L’origine della maschera greca è incerta. Molto probabilmente le prime maschere avevano carattere naturalistico ed erano legate ad una serie di pratiche e riti riconducibili a diversi culti, primo fra tutti quello dionisiaco. Dai dubbi sul suo valore magico è scaturito un forte dibattito orientato tuttavia alla conservazione dell’idea della maschera come oggetto cerimoniale. Anche la sua finalità come strumento di transizione da una personalità individuale ad una fittizia è rimasto un elemento valido e strutturale.
Materiali e acconciature
Tradizionalmente viene attribuito a Tespi il primato di essersi coperto il volto con l’espediente di una biacca, seguito più tardi da Eschilo che avrebbe introdotto delle maschere colorate in maniera spaventosa per rappresentare le Erinni nelle sue “Eumenidi”. Il materiale variava dal semplice lino, irrigidito con lo stucco e poi dipinto, alla cartapesta o al cuoio. Il tutto era completato da una parrucca la cui acconciatura veniva modificata in base alle esigenze e di cui abbiamo ampia testimonianza nelle pitture vascolari.
L’espressione fissa della maschera
Ciò che è importante sottolineare è poi la caratteristica identificativa della maschera greca: la fissità dell’espressione. A differenza di oggi infatti la mimica facciale dell’attore era chiaramente ostacolata dalla presenza della maschera sul viso (maschera=prosòpon=viso) che conferiva all’ interprete un’espressione fissa ed inalterabile. La caratterizzazione del personaggio era quindi affidata alla singola emozione ritratta sulla maschera, mentre qualsiasi altro sentimento poteva trovare espressione solo nel linguaggio del corpo e nella componente verbale. Per le maschere del V secolo esiste anche l’ipotesi che la maschera agisse perfino da cassa di risonanza per la voce dell’attore.
La maschera greca “standard” del V secolo
Il vantaggio si riscontrava però nell’ individuazione immediata dell’attore col personaggio e nel fatto che lo stesso attore potesse ricoprire più ruoli senza essere riconosciuto. Per assistere ad una vera e propria standardizzazione di categoria bisognerà però attendere il V secolo, dove questo fenomeno troverà piena attuazione.
A. De Martis
edito da “Makeup teatrale: il Codice” di Antonio Ciaramella