Storia del trucco in epoca elisabettiana
La letteratura della bellezza La storia del trucco in epoca elisabettiana è fondamentale per conoscere il
La letteratura della bellezza
La storia del trucco in epoca elisabettiana è fondamentale per conoscere il beauty nell’Europa del nord.
- Vennero pubblicate diverse raccolte con ricette e consigli su come creare ed utilizzare al meglio prodotti cosmetici, profumi, tinte per i capelli.
“L’embellissementet ornement di corps humain” di Jean Liebaut nel 1582
“The Country Ferme” di Richard Suflet nel 1600.
“Delightes for Ladies” Hugh Plat 1602
Quest’ultimo includeva delle ricette mirate verso la bellezza delle sue lettrici tra cui:
Come realizzare una perfetta base bianca per il viso e come asportare lentiggini e macchie della pelle e anche una miscela per schiarire la pelle con grasso di maiale e gocce di rugiada.
Plant fornisce anche una ricetta per la tintura dei capelli e barbe a base di erbe in modo tale da ottenere un color castano in mezz’ora.
Sbiancamento dei denti
Tra le tante pratiche cosmetiche fornite anche da Plant, troviamo anche lo sbiancamento per i denti. Era risaputo come, anche i denti della Regina stessa, non fossero poi cosi sani e ben puliti. Proprio per questo, Hugh Plant, suggerisce una pomata a base di miele, aceto e vino bianco da applicare frequentemente sui denti per ottenere uno sbiancamento graduale.
Il commercio del make up
Con la crescita dell’utilizzo del make-up si vennero a creare anche diverse nuove figure tra cui, il commerciante ambulante di specchi, dove le donne potevano comprare o prendere in prestito gli specchi dove potersi truccare; e la prima forma di quello che possiamo chiamare “truccatore personale”.
Il “truccatore” più ricercato dell’epoca fu il Dott. Plasterface, famoso per la sua maestria nel ricreare le vene, tingere i capelli, arrossire le guance e sbiancare i denti.
La moda dei nei finti
Un’altra delle mode che si venne a creare fu quella di applicare dei cerottini cosmetici in velluto o taffetà neri che andavano a formare piccoli nei o macchioline a contrasto con il candore della pelle. Questa pratica veniva già utilizzata dagli antichi romani da alcuni secoli.
Igiene
Per quanto riguarda l’igiene del corpo, in quell’epoca non vi erano bagni privati nelle case, bensì delle vasche in legno, poste nella camera da letto, che venivano usate in maniera comune dalle famiglie o dei veri e propri bagni pubblici, chiamati anche “bagni di vapore”, dove le persone si riunivano per lavarsi.
Purtroppo l’utilizzo dei bagni pubblici veniva associato anche a varie attività illecite e caduti sotto il giudizio critico del clero, le persone iniziarono a smettere di frequentarli e di conseguenza smisero anche lavarsi in generale.
Il profumo come risposta alla cattiva igiene
Per ovviare all’assenza d’igiene e di sanità, divenne sempre più frequente l’utilizzo del profumo. Il più famoso, ovviamente, quello della Regina che rimase a ricetta più utilizzata anche nei secoli a seguire. I profumi venivano posti nei ventagli, utilizzati sia dalle donne che dagli uomini, ed anche nei gioielli che venivano creati appositamente con delle cavità dove poter riporre il profumo.
Uomo e cosmesi in epoca elisabettiana
Oltre alle donne, anche gli uomini, di tanto in tanto erano visti utilizzare ed indossare dei cosmetici, tra cui dei capelli finti. Molti versi satirici riportano come gli uomini portassero dei posticci sulla testa per infoltire la chioma e come questa, ogni tanto, con le forti folate di vento venisse portata via.
Noti per il trucco, erano sicuramente, gli uomini francesi che prendevano esempio dal loro Re Enrico III, famoso per aggirarsi per le vie di Parigi in maniera molto sfarzosa.
Ma nonostante i riferimenti reali, l’utilizzo dei cosmetici, per quanto riguarda gli uomini, non era ben visto né dagli altri uomini né dalle donne.
Fonti:
Richard Corson Fashion in Make up from ancient to modern times 1972 Universe book
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